La campagna comunicativa dell’impresa sociale Con i bambini racconta la condizione giovanile attraverso un fotoreportage, un documentario e un report statistico. L’obiettivo è promuovere una narrazione alternativa del fenomeno
È ufficialmente iniziata Non sono emergenza, la campagna di comunicazione promossa dall’impresa sociale Con i bambini che indaga il disagio degli adolescenti. Lo fa alternando la potenza delle immagini alla profondità della statistica attraverso un fotoreportage, un documentario e un report elaborato dall’Osservatorio Con i bambini, anche grazie alla partecipazione delle comunità educanti.
Ansia, depressione, disturbi alimentari, baby gang, identità sessuale, isolamento ed eco ansia sono solo alcune delle facce di un fenomeno complesso, ma ancora poco esplorato.
Adottando un approccio diverso e una narrazione “altra”, Non sono emergenza mira a superare una visione emergenziale e fortemente critica sul mondo giovanile, facendo emergere le tante sfaccettature del disagio e promuovendo il protagonismo delle nuove generazioni. Saranno, infatti, loro a raccontare storie, esperienze ed emozioni.
“La campagna, promossa da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno del disagio giovanile e promuovere il protagonismo di ragazzi e ragazze”
Gli adolescenti – è questa la ferma convinzione della campagna – non sono “emergenza”, ma prima di tutto risorsa per il futuro della comunità. Una dimensione spesso dimenticata, confermata però dai dati che, ad esempio, per quanto riguarda l’impegno nel volontariato e l’adesione ad associazioni ecologiche, per i diritti civili e per la pace sono quasi doppi rispetto a quelli relativi agli adulti.
La potenza delle storie in immagini e video
“Gli adolescenti sono come fragole nel deserto”. È una metafora in positivo, tratta dalla storia di Marianna, una ragazza che ha sofferto e in parte soffre ancora di una forte depressione, protagonista della campagna. Un malessere che accomuna anche Rosa, 17 anni, ragazza sensibile con un carattere introverso. Anche a causa del lockdown la sua situazione si aggrava e si chiude in casa, giorni, mesi, anni, in una sorta di autoisolamento dal quale fatica ad uscire, nonostante il sostegno della famiglia e della scuola.
Sono alcuni frammenti delle prime testimonianze raccolte da Riccardo Venturi, fotografo di fama internazionale due volte Word Press Photo, e dalla film-maker Arianna Massimi nel loro percorso di incontro e ascolto di ragazzi e ragazze.
Un viaggio da Nord a Sud, iniziato un anno fa e ancora in corso che propone un diverso approccio al tema del disagio degli adolescenti, unendo alle immagini artistiche, le buone pratiche di comunità educante e soprattutto l’ascolto diretto di ragazzi e ragazze.
I dati che aiutano a capire il fenomeno
Non solo le storie, ma anche i dati raccolti dopo la pandemia ed elaborati insieme a Openpolis aiutano a inquadrare il fenomeno nel nostro Paese. Mezzo milione di minori sono a rischio dipendenza da internet. Oltre 370 mila adolescenti dichiarano di avere dipendenza da cibo e disturbi alimentari, mentre crescono i casi di ricovero di minori in pronto soccorso per questi motivi.
Quasi 66mila sono gli studenti tra 11 e 17 anni con tendenza all’isolamento sociale (hikikomori). Peggiora il benessere psicologico, soprattutto tra le ragazze. Cresce, invece, il fenomeno delle baby gang secondo il 46% delle questure. E due giovani italiani su tre si dichiarano molto preoccupati per il cambiamento climatico.
“Una delle caratteristiche della campagna è la partecipazione: qualsiasi ente o organizzazione interessato può aderire all’iniziativa tramite il sito dedicato”
Ma le nuove generazioni sono prima di tutto una preziosa risorsa, come dimostrano i dati sulla partecipazione alla vita della comunità. La quota di 18-19enni che ha preso parte ad associazioni ecologiche, per i diritti civili e per la pace è quasi doppia rispetto al resto della popolazione (2,9% contro una media del 1,6%). E appare in crescita la quota di chi, tra 14 e 17 anni, presta attività gratuite in associazioni di volontariato (6,4% nel 2022, a fronte del 3,9% dell’anno precedente).
Al netto di problemi e difficoltà, oltre 6 giovani su 10 tra 14 e 19 anni esprimono inoltre un giudizio positivo sulle proprie prospettive future nei prossimi cinque anni.
Un altro, ennesimo, segnale di come servano ulteriori statistiche, più strutturate, per comprendere fino in fondo la condizione giovanile. Ma soprattutto di come solo partendo dal punto di vista di ragazze e ragazzi sia possibile migliorare la loro condizione e quella del Paese.
I prossimi passi di Non solo emergenza
Nel corso delle prossime settimane, la campagna Non sono emergenza pubblicherà nuove immagini, fotografie, dati, indagini e il documentario con le storie di ragazzi e ragazze.
Saranno condivisi anche suggerimenti utili per l’ascolto dei minori da parte di operatori ed esperti rivolti al mondo degli adulti. L’iniziativa coinvolgerà una serie di content creator sui social, oltre a comunità educanti e adolescenti. Alla ripresa dell’anno scolastico verrà, infine, promosso un contest per giovani che promuova il loro punto di vista, i loro sogni da realizzare e il loro protagonismo, essenziale per il futuro del Paese.