Il progetto del Comune di Borgo Valbelluna mira a creare una centrale operativa unica per garantire servizi socio-assistenziali capillari: verrà presentato il 25 settembre a Mel
Nato nel 2019 dall’unione di Lentiai, Mel e Trichiana, il Comune di Borgo Valbelluna si trova nel cuore delle Dolomiti bellunesi. Il territorio è ampio – si stende su una superficie di oltre 160 chilometri quadrati – ed è punteggiato da circa 50 frazioni, disseminate tra dolci pendii e colline.
Una conformazione unica che, se da una parte offre panorami mozzafiato sulle montagne patrimonio Unesco e sul Piave, dall’altra rappresenta una sfida per i circa 3.500 anziani che vi abitano (25% dei residenti). Spesso infatti persone fragili o non autosufficienti si trovano a vivere lontane dai servizi socio-sanitari di cui hanno bisogno.
Come assicurare un adeguato livello di cure e attenzioni? Come garantire loro il diritto di continuare a vivere nella propria casa, senza dover necessariamente ricorrere ai ricoveri negli ospedali o nelle RSA? Come aiutare i familiari a gestire situazioni così delicate? A tentare di dare una risposta a queste domande è il nuovo progetto Il filo di casa in casa. L’iniziativa verrà presentata lunedì 25 settembre, alle ore 18, presso l’ex Chiesa di San Pietro di Mel.
Un team di esperti al servizio della fragilità
Proposto dal Comune di Borgo Valbelluna con Valbelluna Servizi e sostenuto da Fondazione Cariverona (bando Domiciliarità integrata), il progetto punta a costituire un’unica centrale operativa che contribuisca a costruire una nuova cultura della domiciliarità, attenta ai bisogni delle persone fragili del territorio.
All’interno della struttura – attiva 7 su giorni su 7 – lavoreranno diversi professionisti, dall’infermiere all’assistente sociale, dal fisioterapista allo psicologo. L’approccio multidisciplinare mira a fornire una cura a 360 gradi agli anziani, intervenendo capillarmente in tutto il Comune.
Care-partner protagonisti
I servizi offerti coinvolgeranno anche i familiari delle persone fragili o non autosufficienti, i cosiddetti care-partner. Gli operatori li aiuteranno a fronteggiare le fatiche della cura domiciliare attraverso sostegno psicologico, formazione, pasti a domicilio, interventi di manutenzione in casa, ecc. Con la collaborazione dei care-partner, i professionisti creeranno inoltre un piano di cura individualizzato e integrato.
Una comunità attenta e inclusiva
Per la riuscita del progetto sarà fondamentale il coinvolgimento della comunità, chiamata a sorvegliare l’ampio territorio con un occhio di riguardo per le situazioni più critiche. L’iniziativa prevede il lancio di una serie di percorsi di formazione per la creazione di nuove figure, le Sentinelle della porta accanto. Questi volontari ascolteranno da vicino i bisogni delle persone fragili e svolgeranno un prezioso ruolo di raccordo per migliorare la gestione dei servizi socio-sanitari.
Attraverso la collaborazione con le associazioni di volontariato, il progetto creerà momenti di socializzazione e di incontro – all’aperto o in centri di aggregazione – per combattere la solitudine e sensibilizzare la comunità.
In questo modo, Il filo di casa in casa punta a eliminare la distanza tra le necessità delle persone fragili o non autosufficienti e le risposte di cui hanno bisogno, sostenendo le famiglie in difficoltà. Il progetto è inoltre una preziosa occasione di crescita per tutta la comunità, per imparare a essere sempre più attenta alle fasce deboli della popolazione.
