Con oltre 3,4 milioni di euro, la Fondazione sosterrà 13 progetti che mirano a ripristinare la biodiversità, salvaguardare gli ecosistemi e sviluppare aree verdi
Secondo l’ultimo rapporto Censis, la paura principale degli italiani è rappresentata dal cambiamento climatico e dalle sue conseguenze. L’84% della popolazione ha infatti dichiarato di temere i disastri ambientali, una quota addirittura superiore a quella di chi si sente minacciato da una nuova crisi economica o dallo scoppio di una guerra.
Lo studio nota che, di fronte a questa situazione, si corre il rischio di chiudere gli occhi e cadere nella paralisi. Ma invertire questa tendenza è possibile, a patto di prendere seriamente la crisi che stiamo vivendo e di elaborare soluzioni concrete ai bisogni di territori feriti da un modello di sviluppo non più sostenibile.
“Le conseguenze del cambiamento climatico sono la paura numero uno per gli italiani: l’84% della popolazione teme disastri ambientali”
È ciò che proveranno a fare i 13 progetti che Fondazione Cariverona ha deciso di supportare attraverso la prima edizione del bando Capitale naturale (6 a Vicenza, 3 a Verona, 2 ad Ancona, 1 a Mantova e Belluno).
Il Consiglio di amministrazione dell’ente ha recentemente deliberato 3,44 milioni di euro – con un incremento del 25% rispetto a quanto inizialmente previsto – per sostenere iniziative essenziali per il futuro dei territori.
Adattamento e mitigazione: il cambiamento parte dal basso
Queste azioni, innovative e tangibili, contribuiranno a combattere gli effetti del cambiamento climatico agendo, a livello locale, su tre ambiti: il contrasto alla perdita di biodiversità e la salvaguardia degli ecosistemi, lo sviluppo di nuove aree verdi nelle città e nei contesti periurbani, l’adozione di Nature-Based Solutions (ovvero soluzioni basate sulla gestione e l’uso sostenibile della natura).
Ad accomunare le 13 proposte è la volontà di attivare processi dal basso che aiutino i territori non solo ad adattarsi alle conseguenze orami inevitabili della crisi, ma anche a mitigarne le più gravi attraverso un miglior assorbimento di CO2.
Tante le azioni messe in campo per raggiungere gli obiettivi: si va dalla creazione di foreste urbane alla tutela della biodiversità negli ambienti umidi alpini, dalla gestione sostenibile degli ecosistemi fluviali al miglioramento della permeabilità dei suoli.
“Tre le categorie di intervento: il contrasto alla perdita di biodiversità e la salvaguardia degli ecosistemi, lo sviluppo di nuove aree verdi nelle città e nei contesti periurbani, l’adozione di Nature-Based Solutions”
I progetti sono chiamati a produrre risultati concreti, in grado di lasciare il segno anche nel medio-lungo periodo, che verranno seguiti attraverso un’attenta attività di monitoraggio.
Reti strategiche per nuove opportunità
Come richiesto dal bando, a presentare le iniziative sono state partnership composte da attori pubblici e privati non profit. Favorire la creazione di sinergie e alleanze strategiche è, infatti, una delle priorità trasversali della Fondazione.
Nasce dalla consapevolezza che le sfide attuali sono troppo complesse per essere affrontate separatamente e solo la collaborazione tra i principali attori del territorio può portare ai risultati sperati.
Gli interventi, che dovranno concludersi nell’arco di tre anni, mirano a ripristinare il capitale naturale dando un nuovo volto ai territori. Dietro la crisi in atto, si nasconde infatti la preziosa opportunità di rendere città e province non solo resilienti al cambiamento ma anche più verdi e salubri, con una migliore qualità di vita.
Il bando sostiene, quindi, una lotta per la bellezza che aiuta ad aprire gli occhi sulla realtà, a vincere le paure rilevate dal Censis e a passare all’azione.