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CAPITALE UMANO

Il futuro? Per un giovane su due non è “qui”: lavoro, casa, servizi pubblici e mobilità le condizioni per restare

19 febbraio 2025 

Presentati i risultati della ricerca Futuro Qui!: la metà degli under 35 non si vede nella propria terra d’origine e chiede un piano di interventi strutturali e concreti per trasformare il territorio

Presentati i risultati della ricerca Futuro Qui!: la metà degli under 35 non si vede nella propria terra d’origine e chiede un piano di interventi strutturali e concreti per trasformare il territorio

Focus group per la ricerca qualitativa
Focus group per la ricerca qualitativa

Il futuro? Per un giovane su due non è nella propria terra d’origine, ma altrove, in Italia o all’estero. E non perché manchi il desiderio di rimanere, ma perché le condizioni non lo permettono: salari poco competitivi, opportunità lavorative non sempre in linea con le competenze, difficoltà di accesso alla casa, servizi pubblici e trasporti inefficienti.

È questo il quadro che emerge dalla ricerca Futuro Qui!, promossa da Fondazione Cariverona e condotta da Upskill 4.0, che ha raccolto la voce di oltre 1.000 giovani tra i 18 e i 34 anni attraverso un questionario e dieci focus group nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Mantova e Ancona.

Per leggere Futuro Qui!

I risultati, presentati oggi a Verona nel corso di un evento organizzato in collaborazione con Will Media, delineano con chiarezza le priorità e le criticità che influenzano la scelta di partire e, soprattutto, di restare delle nuove generazioni.

“La ricerca ha raccolto la voce di oltre 1.000 giovani tra i 18 e i 34 anni attraverso un questionario e dieci focus group nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Mantova e Ancona”

Restare o partire: una scelta sempre più obbligata?

Se la qualità della vita riceve ancora una valutazione positiva (3,7 su una scala da 1 a 5), le fondamenta appaiono fragili, legate più a elementi tradizionali (come il cibo o la presenza di impianti sportivi) che a condizioni sistemiche, in grado di garantire prospettive a lungo termine. Per rimanere servono certezze sul futuro: non misure temporanee o incentivi a breve termine, ma un piano concreto di interventi strutturali per trasformare il territorio.

Il contesto è noto. L’Italia sta vivendo una crisi demografica senza precedenti. Se un tempo questo fenomeno riguardava soprattutto il Sud, oggi colpisce anche le province del Nord e del Centro. La perdita di capitale umano non è più un rischio, ma una realtà che minaccia lo sviluppo economico, l’innovazione e il tessuto sociale delle comunità.

“Il dato più preoccupante non è solo l’alta percentuale di giovani che pensa di andarsene, ma la consapevolezza diffusa su cosa servirebbe per trattenerli”, sottolinea Bruno Giordano, presidente di Fondazione Cariverona.

“Lavoro, casa, servizi pubblici, mobilità non sono più semplici criticità, ma veri e propri ostacoli alla permanenza. Se non interveniamo in modo concreto e sistemico, coinvolgendo decisori pubblici, privati e nuove generazioni, la perdita di talenti qualificati rischia di diventare irreversibile”.

Per questo la Fondazione sta ragionando sulla creazione di uno Young Advisory Board, un gruppo di giovani che affiancherà gli organi della Fondazione con idee e proposte per affrontare queste sfide.

Futuro Qui! Bruno Giordano (presidente Fondazione Cariverona) e Stefano Micelli (presidente Upskill 4.0)

Lavoro, casa, servizi pubblici, mobilità, cultura: le grandi barriere

Il tema più sentito è quello del lavoro: il 43,5% dei giovani si dichiara insoddisfatto degli stipendi, giudicati troppo bassi rispetto al costo della vita. A questo si aggiunge un mismatch tra retribuzioni, formazione e mercato (41,6%), oltre alla mancanza di prospettive di crescita (32,9%), che spinge molti a guardare altrove per costruire una carriera solida.

A pesare sulla scelta di restare o di partire sono anche le difficoltà nell’accesso alla casa: il 47,9% dei giovani è insoddisfatto dell’offerta abitativa, con affitti troppo alti e costi di acquisto fuori portata. Il risultato? Molti under 35 sono costretti a rimandare la propria indipendenza, spesso rimanendo a vivere con i genitori.

“La ricerca evidenzia il profilo di una generazione pragmatica, che non si lascia guidare da idealismi ma da valutazioni realistiche: per rimanere, servono certezze sul futuro”

I servizi pubblici e la mobilità sono altri due temi chiave. L’81,2% considera la qualità della sanità un fattore decisivo per rimanere, seguito da altri elementi come i servizi per i giovani e la qualità dell’ambiente (tutti oltre il 70%).

Il sistema di mobilità è invece percepito come inefficiente e limitante: l’assenza di collegamenti rapidi e affidabili rende difficile spostarsi per studio, lavoro o tempo libero senza un’auto privata. Questa carenza di infrastrutture frena la vivibilità del territorio, alimentando il desiderio di trasferirsi in città più connesse e dinamiche.

Futuro Qui! Evento di presentazione della ricerca, 19 febbraio 2025
Futuro Qui! Evento di presentazione della ricerca, 19 febbraio 2025

Un ultimo aspetto critico riguarda, infine, la scarsità di spazi di aggregazione e di un’offerta culturale stimolante. Come emerso dai focus group, i giovani lamentano la mancanza di luoghi di incontro e iniziative che rendano il territorio più attrattivo anche dal punto di vista sociale.

La percezione diffusa è che la vita nei centri urbani di media dimensione sia troppo statica e poco adatta a chi cerca nuove esperienze culturali e opportunità di networking.

“La Fondazione sta ragionando sulla creazione di uno Young Advisory Board, un gruppo di giovani che affiancherà gli organi della Fondazione con idee e proposte per affrontare queste sfide”

Da dove ripartire? Sette leve strategiche per un cambiamento concreto

Futuro Qui! non si ferma alla denuncia: la ricerca individua sette priorità chiave per costruire territori più attrattivi per i giovani.

1. Mobilità: migliorare trasporti pubblici e infrastrutture per ridurre la dipendenza dall’auto privata.

2. Spazi di aggregazione: creare luoghi innovativi che uniscano lavoro, formazione e socialità.

3. Partecipazione attiva: coinvolgere i giovani nelle decisioni locali attraverso strumenti di ascolto e cittadinanza attiva.

4. Cultura: ampliare l’offerta culturale con eventi e iniziative che rendano il territorio più stimolante.

5. Governance: ripensare il modello di gestione territoriale per favorire innovazione e inclusione.

6. Lavoro: promuovere opportunità professionali di qualità, con stipendi equi e possibilità di crescita.

7. Casa: sviluppare politiche per rendere il mercato immobiliare più accessibile ai giovani.

Focus group a Vicenza
Focus group a Vicenza

Non solo numeri: una chiamata all’azione

La ricerca non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza. “Le soluzioni esistono e le idee sono chiare: ora servono azioni concrete“, ribadisce Giordano.

“Futuro Qui! segna l’inizio di un percorso di ascolto, dialogo e cambiamento. Come Fondazione, intendiamo portarlo avanti con determinazione, sviluppando partenariati e coinvolgendo istituzioni, imprese e comunità locali”.

Un impegno che si tradurrà in azioni concrete nel Documento di programmazione pluriennale 2026-2028, che verrà presentato entro la fine dell’anno.

L’obiettivo? Creare le condizioni perché i giovani possano immaginare il proprio futuro qui, e non altrove.

“Futuro Qui! individua sette priorità chiave per costruire territori più attrattivi per i giovani: il percorso avviato dalla Fondazione troverà pieno compimento nel Documento di programmazione pluriennale 2026-2028”
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