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FUTURO QUI!

Ascoltare, comprendere, agire:
strategie e buone pratiche
per territori a misura di Gen Z e Millennials

Come possiamo rendere i nostri territori attrattivi per le nuove generazioni? La ricerca Futuro Qui!, condotta da Upskill 4.0, offre uno sguardo approfondito sulle priorità e le  difficoltà che spingono i giovani a lasciare e, soprattutto, a rimanere nella propria terra d’origine.

Nel 2024, oltre 1.000 under 35 delle province di Verona, Vicenza, Belluno, Mantova e Ancona hanno partecipato a un’indagine che ha combinato un questionario quantitativo e dieci focus group.

I risultati, presentati il 19 febbraio a Verona nel corso di un evento interattivo organizzato in collaborazione con Will Media, raccontano una generazione consapevole e pragmatica, ma anche preoccupata per il proprio futuro.

Per la nostra Fondazione, questo studio rappresenta il punto di partenza di un percorso di ascolto, dialogo e cambiamento più ampio, che troverà pieno compimento nel Documento di programmazione pluriennale 2026-2028.

La sfida è ambiziosa: creare territori capaci di trattenere i propri talenti, costruendo un’alleanza tra istituzioni, imprese, terzo settore e cittadini per dare forma a un nuovo futuro.

Il report in 5 punti

1. Per un giovane su due il futuro non è “qui”

Per il 51,6% degli intervistati il futuro non è nella propria terra d’origine, ma altrove: il 12,7% pensa di cambiare regione restando in Italia, il 14,1% intende trasferirsi all’estero, il 24,8% è disponibile a muoversi ovunque trovi migliori opportunità.

2. Una qualità di vita fragile

Sebbene la qualità della vita sia ancora valutata positivamente (3,7 su 5), il giudizio si basa su elementi fragili (cibo, impianti sportivi) più che su condizioni strutturali che garantiscono prospettive solide per il futuro.

3. Lavoro, casa, servizi pubblici, mobilità: una generazione pragmatica

Se per un giovane su due il futuro non è “qui”,  non è perché manchi il desiderio di rimanere, ma perché le condizioni non lo permettono: salari poco competitivi, opportunità lavorative non sempre in linea con le competenze, difficoltà di accesso alla casa, servizi pubblici e trasporti inefficienti. Più che incentivi temporanei, serve un piano concreto di interventi strutturali.

4. Uno scenario non rassicurante

I giovani tra 18 e 24 anni sono i meno soddisfatti e i più propensi a lasciare il Paese. Le prospettive per il futuro non sembrano prevedere un’inversione di questa tendenza, bensì un potenziale peggioramento.

5. Sette proposte per una nuova agenda

La ricerca non si ferma alla denuncia, ma individua sette leve strategiche su cui intervenire per rendere i territori più attrattivi per le nuove generazioni: spazi ibridi di nuova generazione, mobilità più flessibile, partecipazione allargata, cultura aperta al contemporaneo, nuovi modelli di governance, lavoro di qualità, abitazioni più accessibili.

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