Dalla musica al teatro, dalla danza al cinema: la sesta edizione della rassegna multidisciplinare che si è chiusa a febbraio rafforza la rete culturale della città con 43 eventi e oltre 10mila spettatori

Un festival che non smette di evolversi, aprendo nuovi orizzonti e abbattendo confini tra generi artistici e pubblici. La sesta edizione di Mozart a Verona ha confermato la capacità della rassegna di essere molto più di un evento musicale: un ecosistema culturale in cui la musica dialoga con il teatro, la danza, il cinema, l’arte e il digitale, coinvolgendo una rete sempre più ampia di partner e intercettando nuovi spettatori.
Dal 5 gennaio al 2 febbraio, la città ha accolto 43 eventi in 19 location, con il contributo di 32 enti tra organizzatori e partner. Il pubblico ha risposto con entusiasmo: oltre 10.000 spettatori e una partecipazione media dell’80%, con diversi appuntamenti andati in overbooking. Un risultato che conferma la crescita del festival, sempre più capace di coinvolgere non solo gli appassionati di musica classica, ma anche giovani, famiglie e nuovi pubblici.
“Coinvolgere nuovi pubblici è la sfida vincente: più giovani, più famiglie, più spettatori curiosi che si avvicinano alla musica classica”
Un festival in rete: più collaborazioni, più contaminazioni
Nato nel 2020 dall’intuizione del maestro Andrea Marcon, il festival è sostenuto da Fondazione Cariverona, Accademia Filarmonica di Verona, Fondazione Arena e Comune di Verona, con una direzione artistica firmata da Michele Magnabosco. Oggi Mozart a Verona è il risultato di un lavoro di squadra che unisce istituzioni, enti culturali e artisti, creando un tessuto collaborativo sempre più ampio.

Quest’anno la rassegna ha visto l’ingresso di nuovi partner istituzionali come la Fondazione Biblioteca Capitolare e l’Università di Verona, che hanno portato un importante contributo divulgativo. Inoltre, il festival ha ampliato i propri orizzonti con la partecipazione di orchestre e ensemble nazionali, tra cui l’Orchestra di Padova e del Veneto e la Società Italiana di Musica Contemporanea – SIMC, che ha presentato 12 nuove opere in prima esecuzione assoluta.
Giovani e nuovi pubblici protagonisti
Uno degli obiettivi principali di questa edizione è stato coinvolgere attivamente le nuove generazioni. Non solo come spettatori, ma anche come interpreti: il Coro e l’Orchestra dell’Università di Verona hanno dato vita a una lezione-concerto con Il Processo a Salieri, mentre il Liceo Musicale Montanari si è esibito con Padri, papà, maestri.
Per i più piccoli, il festival ha proposto spettacoli su misura come Baby Mozart k1, k2, k3… stella!, mentre gli eventi In viaggio con Mozart e Mozart e la pioggia hanno saputo catturare anche il pubblico meno esperto. Un festival che non parla solo ai melomani, ma a chiunque voglia avvicinarsi alla bellezza della musica e dell’arte.
“Mozart a Verona non è solo musica: il festival intreccia teatro, danza, cinema, arti visive e digitale, creando un’esperienza culturale totale”
Non solo prestigio e grandi nomi: Mozart a Verona ha anche un’anima sociale e inclusiva. L’iniziativa Dance Well, promossa da Arte3, ha portato in scena un’esperienza di danza partecipativa, favorendo l’incontro tra arte e benessere
Mozart incontra il digitale: una comunicazione più smart e interattiva
L’edizione 2025 ha rafforzato la propria presenza digitale con una comunicazione più efficace e interattiva, studiata per coinvolgere un pubblico sempre più ampio e diversificato. Contenuti multimediali, approfondimenti online e strategie social mirate hanno permesso di raccontare il festival in tempo reale, creando un dialogo continuo con gli spettatori.

Un’attenzione che ha contribuito a far conoscere Mozart a Verona anche oltre i confini cittadini, con un incremento della copertura mediatica nazionale. La crescente attenzione ricevuta da testate e media specializzati conferma che il festival non è più solo un appuntamento locale, ma una realtà che sta conquistando sempre più spazio nel panorama culturale italiano.
“La forza della rete: il festival cresce grazie alla collaborazione tra istituzioni, enti culturali e artisti nazionali e internazionali”
Manfredi: “Verso un festival sempre più radicato e innovativo”
Guardando al futuro, Fondazione Cariverona punta a rendere il festival ancora più strutturato e innovativo. “Ogni edizione aggiunge nuovi tasselli, consolidando e ampliando il progetto sotto molteplici aspetti”, sottolinea Filippo Manfredi, direttore generale di Fondazione Cariverona.
“Abbiamo visto una crescita nella qualità dell’offerta e nell’interesse delle nuove generazioni. Ora il nostro obiettivo è acquisire strumenti per misurarne l’impatto, per farlo evolvere ancora e rispondere sempre meglio alle esigenze del pubblico e della città.”

Con una formula in continua trasformazione, Mozart a Verona si conferma un laboratorio culturale vivo e dinamico, capace di connettere epoche, arti e persone. E con questo slancio, il viaggio continua.