La nuova edizione, organizzata da MantovaMusica, propone una serie di concerti gratuiti in suggestive location della città e della provincia a cavallo tra settembre e ottobre
Torna il Festival organi antichi nel Mantovano con quattro concerti a ingresso gratuito, in altrettante chiese del territorio, a cavallo tra settembre e ottobre 2024. Un’occasione preziosa per ascoltare musicisti di successo che si alterneranno suonando i prestigiosi organi storici che punteggiano la provincia di Mantova.
La rassegna, iniziata ad Acquanegra sul Chiese giovedì 12 settembre, si sposterà ora a Casatico di Marcaria per il prossimo appuntamento. Giovedì 19 settembre alle 20.45 il musicista veronese Umberto Forni esalterà le sonorità del meraviglioso organo Bonatti, risalente al tardo XVIII secolo (restauro Fratti 2002).
Il concerto successivo si terrà ad Asola, giovedì 26 settembre, sempre alle 20.45. L’organista Lorenzo Ghielmi, accompagnato dal soprano Carlotta Colombo, suonerà l’organo Serassi 1825 (restauro Mascioni 2004), inserito nella monumentale cassa del Romanino.
“Il linguaggio universale della musica ha il potere di creare unità all’interno delle comunità costruendo ponti di dialogo e collaborazione nelle nostre città e nei nostri paesi”
Quest’anno il gran finale del Festival organi antichi nel Mantovano sarà nel capoluogo Mantova, all’interno della basilica palatina di Santa Barbara, giovedì 3 ottobre alle 20.45. Ad esibirsi saranno il musicista Davide Pozzi, sull’organo costruito da Graziadio Antegnati nel 1565 (restauro Carli 2003), e il trombettista Jonathan Pia.
La musica costruisce comunità e ponti di dialogo
La rassegna – diretta dal maestro Marco Ruggeri e organizzata da MantovaMusica, come parte della sua rassegna concertistica – rientra nel programma Fondazione in Musica 2024. È sostenuta dalla Fondazione come mecenate in art bouns. L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere manifestazioni dedicate agli organi storici delle cinque province. Appuntamenti utili non solo per ascoltare musica antica di qualità ma anche per riscoprire le bellezze del proprio territorio.
“Il linguaggio universale della musica ha il potere di creare unità all’interno delle comunità – sottolinea Bruno Giordano, presidente della Fondazione – costruendo ponti di dialogo e collaborazione nelle nostre città e nei nostri paesi. In un mondo sempre più diviso e polarizzato, abbiamo bisogno di riscoprire i valori dell’arte e della cultura per ritrovare coesione, senso dell’armonia e direzione”.