Il progetto di Fondazione Aida, vincitore di un importante bando europeo, intende riportare in platea un ampio numero spettatori, grandi e piccoli, indipendentemente dal livello di reddito o di istruzione: solo cosĂŹ gli spettacoli potranno diventare strumenti di coesione sociale realmente efficaci
âOggi il teatro viene spesso considerato una forma dâarte per pochi e il consumo culturale, seppur in crescita, si limita a una cerchia ben precisa di pubblico. Sappiamo, però, che questa è una forma dâarte con finalitĂ sociali definite: un potente strumento di inclusione e coesione in grado di veicolare messaggi importanti, destinati a tuttiâ.
âSe viene invece vissuto come luogo elitario, frequentato da pochi âpredestinatiâ, significa che abbiamo bisogno di intervenire sulla percezione di questo linguaggio⌠E possiamo farlo solo sviluppando nuove strategie efficaci di coinvolgimento del pubblicoâ.
Ă questa la fotografia del teatro per famiglie in Italia firmata da Meri Malaguti, direttrice di Fondazione Aida, realtĂ che da quarantâanni lavora per rendere il teatro un linguaggio accessibile alle famiglie, alle scuole, al mondo degli adulti.
“Se mamme, papĂ e bambini agiati hanno maggior probabilitĂ di sedere in platea rispetto agli altri, il potenziale di un teatro a impatto sociale e per tutti diminuisce considerevolmente”
Lâanalisi della situazione attuale è supportata da dati. I report di settore confermano infatti che il pubblico è oggi composto prevalentemente da famiglie con redditi e bagagli culturali medio-alti, magari giĂ abituate a partecipare ad eventi di questo tipo.
E se mamme, papĂ e bambini agiati hanno maggior probabilitĂ di sedere in platea rispetto agli altri, il potenziale di un teatro a impatto sociale e per tutti diminuisce considerevolmente.
âLe ragioni di questo fenomeno sono tante. In Italia, ad esempio, il teatro per famiglie, con spettacoli che coinvolgono non solo i giovani ma anche i loro genitori e nonni, è sempre stato considerato di serie B rispetto ad altre produzioni. Non câè mai stata una cultura o unâeducazione che puntasse con coraggio in questa direzione, a differenza di quanto avviene in Nord Europa o nei Paesi anglosassoniâ.
Eppure, i benefici del teatro per grandi e piccoli sono ormai ampiamente riconosciuti, anche dalla scienza. Come invertire quindi la tendenza? Esistono strategie efficaci per riportare un ampio pubblico di famiglie a sedere in platea, indipendentemente dal livello di istruzione o di reddito?
Family Theatre: un nuovo modello europeo per riportare le famiglie a teatro
Proprio per rispondere a queste domande è nato il progetto Family Theatre – di cui Fondazione Aida è capofila – che ha recentemente vinto il bando dellâUnione Europea Programma Europa Creativa (CREA) anche grazie al percorso SfidEuropee sostenuto da Fondazione Cariverona.
âPer noi è stata una grande sorpresa: conferma che la nostra forte esigenza, quella cioè di riscoprire il teatro per famiglie come strumento di coesione, è in realtĂ molto sentita anche a livello europeoâ.
“Il progetto si sviluppa in tre fasi: verranno prima di tutto studiate le buone pratiche a livello europeo, sarĂ po ideato un modello innovativo, verranno infine lanciati progetti pilota”
Lâiniziativa, che riunisce realtĂ provenienti da Ungheria, Croazia e Irlanda, si svilupperĂ per i prossimi due anni (fino allâautunno 2026) in tre fasi. Innanzitutto, verranno identificate, analizzate e messe a sistema tutte le buone pratiche di sviluppo del pubblico (audience development) composto da famiglie giĂ attive a livello europeo.
Al termine di questo studio, verrĂ quindi ideato un nuovo modello per le realtĂ legate al teatro per famiglie di tutta Europa. Infine, sulla base delle strategie di intervento concordate, verranno avviati una serie di progetti pilota a livello locale, anche a Verona, per testare lâefficacia.
Lâiniziativa è motivata da una profonda convinzione: âLa famiglia è il fulcro essenziale delle nostre comunitĂ . Se la famiglia è in buona salute, sta bene e cresce anche attraverso forme dâarte come il teatro si riducono tanti altri problemi, dalla povertĂ educativa alla violenza, fino allâabbandono scolastico, con ricadute positive per tuttiâ.
Le tre leve: contenuti, comunicazione, politiche di prezzo
Su quali leve agire per raggiungere questo ambizioso obiettivo? âCe lo diranno sicuramente gli studi che faremo nei prossimi mesi. Ma andremo sicuramente ad approfondire tre fattori che, sulla base della nostra esperienza, riteniamo cruciali: contenuti, comunicazione, politiche di prezzoâ.
Per attirare famiglie a teatro è, innanzitutto, necessario creare contenuti che siano non solo di qualitĂ ma anche su misura, adatti alle loro esigenze. âIn un mondo sempre piĂš digitale, siamo convinti che prestare attenzione ad elementi quali le scenografie, i colori, le musiche sia determinanteâ.
“In un mondo sempre piĂš digitale, siamo convinti che prestare attenzione ad elementi quali le scenografie, i colori, le musiche sia determinante”
Altrettanto importante è poi lâaccessibilitĂ agli spettacoli, soprattutto per famiglie che non hanno mai avuto particolare dimestichezza con queste forme dâarte.
âSe a qualcuno che non è mai stato al cinema, proponiamo un film di nicchia è difficile che apprezzi tutto subito. La stessa cosa vale per il teatro. Dobbiamo quindi offrire spettacoli di spessore, senza scendere a compromessi, ma anche facilmente comprensibili per chi non sempre possiede tutte le chiavi di letturaâ.
Un altro fattore cruciale è la comunicazione. Un particolare focus sarà quindi dedicato alle diverse strategie di marketing digitale, dal mondo dei social media al panorama ancora inesplorato degli influencer.
Infine, le politiche di prezzo. âSe vogliamo che il teatro sia veramente per tutti, democratico e inclusivo, abbiamo bisogno di studiare offerte, sconti, programmi fedeltĂ su misura per le famiglie. Nel nostro partenariato abbiamo voluto inserire anche lâassociazione europea delle famiglie numerose, che ci potrĂ sicuramente dare indicazioni utili in questo sensoâ.
Nel progetto saranno, inoltre, coinvolti – attraverso unâattenta analisi di monitoraggio e valutazione – professionisti del teatro (registi, attori, produttori, ecc.), ma anche piccoli spettatori tra i 4 e i 14 anni e genitori non abituati ad assistere a spettacoli.
Non solo indotto: il teatro come strumento di sviluppo sociale
Tre leve, quindi, che insieme potrebbero contribuire ad avviare nuovi circoli virtuosi. âCon questo e altri progetti che stiamo portando avanti vogliamo quindi ribadire che il teatro, ma in realtĂ la cultura in generale, può essere una risorsa preziosa per il benessere di tutta la comunitĂ , con vantaggi paragonabili a quelli di un servizio di welfare realmente efficiente”.
“Non si tratta solo di questioni economiche, collegate alla crescita di flussi turistici o allâincremento dellâindotto. Si tratta di sviluppo sociale per tuttiâ.
“Vogliamo ribadire che il teatro può essere una risorsa preziosa per il benessere di tutta la comunitĂ , con vantaggi paragonabili a quelli di un servizio di welfare realmente efficiente”
Una visione chiara, quindi, per obiettivi ambiziosi, che travalicano i confini nazionali. âIl nostro sogno rimane quello di creare unâampia rete di realtĂ europee legate al teatro per famiglie. RealtĂ impegnate nella sperimentazione e nella diffusione di buone pratiche e di strategie innovative. Ă quello che è giĂ avvenuto con altre forme di teatro, come quello dedicato agli asili nido o alla diversitĂ , ma anche allâopera per bambiniâ.
Programma SfidEuropee: formazione e consulenza per la cultura e il sociale
Fondamentale, in questo viaggio, la vincita del bando europeo, anche grazie alla partecipazione a SfidEuropee.
âPer noi questo programma, che considero tra i piĂš interessanti tra quelli recentemente lanciati dalla Fondazione, è stato fondamentale. Oltre alle risorse economiche, ci ha realmente permesso di crescere internamente sul piano delle competenze, attraverso un percorso formativo grazie al quale abbiamo avuto la possibilitĂ di collaborare con consulenti ed esperti di progettazione europea di primâordineâ.
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