A Novezzina, attraverso il rilancio di un luogo iconico, il progetto SC.RI.G.N.O. mira a creare nuove opportunità di sviluppo per giovani, scuole, famiglie e imprenditori del territorio
“Il Monte Baldo custodisce un patrimonio naturalistico unico al mondo. Il problema è che, spesso, la tutela di questa ricchezza viene vissuta solo come limite che frena la possibilità di fare impresa. E così le opportunità scarseggiano e i sogni di chi desidera costruire qui il proprio futuro si spengono”.
Siamo a Novezzina, nel comune di Ferrara di Monte Baldo (in provincia di Verona), a oltre 1.200 metri di quota e a pochi chilometri dal confine con la Provincia autonoma di Trento. A darci il benvenuto al Parco scientifico naturalistico del Monte Baldo sono Petra Bruni, progettista, e Maria Luisa Costantino, responsabile dell’Orto Botanico del Monte Baldo, entrambe per la cooperativa Il Ponte.
“Da una parte la conservazione della natura, dall’altra lo sviluppo economico: sono visioni messe in contrapposizione in un dibattito sterile, senza fine”. Un’impasse dalla quale ora, però, si vuole tentare di uscire. “Siamo convinte che qui natura e opportunità economiche possano trovare una nuova sintesi per dare vita a un futuro sostenibile”.
“Siamo convinte che qui natura e opportunità economiche possano trovare una nuova sintesi per dare vita a un futuro sostenibile”
Il progetto SC.RI.G.N.O. per rilanciare un territorio candidato Unesco
Basta guardare una cartina per capire che siamo in un luogo eccezionale. Qui, a causa della posizione geografica, in una manciata di chilometri quadrati convivono diverse zone climatiche, dalla fascia mediterranea delle coste affacciate sul Lago di Garda a quella alpina che abbraccia le vette oltre i 2mila metri.
Per questo motivo, nonostante occupi appena lo 0,2% della superficie delle Alpi, il Baldo ospita 2mila specie vegetali, 25mila specie animali e il 40% degli habitat biogeografici alpini, oltre a tre specie vegetali endemiche, che cioè vivono solo qui (in tutto il mondo). Una varietà di flora e fauna, che valse al massiccio il soprannome di Hortus Europae, ovvero giardino d’Europa, già a partire dal XVI secolo, quando divenne meta di studiosi, botanici e speziali di tutto il Continente.
Un territorio di inestimabile valore, che potrebbe presto diventare patrimonio Unesco. “Siamo in un luogo straordinario, che merita di essere valorizzato – conferma Bruni -Dobbiamo però fare i conti con una serie di problemi strutturali, dallo spopolamento alle carenze di infrastrutture, che chiedono nuove soluzioni. Lavoro da più di dieci anni in progetti di sviluppo montano e le sfide sono comuni”.
Proprio a queste sfide vuole contribuire a dare risposta il progetto SC.RI.G.N.O., che ha come ente capofila Il Ponte ed è sostenuto da Fondazione Cariverona. L’iniziativa – che nel suo acronimo, Scommettere sulle risorse naturali per generare nuove opportunità, dice già tutto – punta a rilanciare lo sviluppo dell’area con strategie innovative, a partire dalla rigenerazione del Parco scientifico naturalistico del Monte Baldo.
Le sfide: spopolamento, infrastrutture, giovani
Ma, prima di approfondire le soluzioni, partiamo innanzitutto dalle sfide. Con poco meno di 300 abitanti, il Comune di Ferrara di Monte Baldo è il meno popoloso della provincia di Verona e quello con la densità abitativa più bassa: meno di 10 persone per chilometro quadrato contro una media che, considerando le sole zone montane del Veneto, supera le 100.
“Siamo in un territorio marginale, dove abbandono e spopolamento sono all’ordine del giorno”. I giovani under 30 sono appena il 13% dei residenti, una quota che ad Affi, comune situato 20 chilometri più in basso (direzione Verona), raddoppia e sfiora il 30%. Le abitazioni sono spesso seconde case per le vacanze e quindi, per buona parte dell’anno, rimangono chiuse.
“In questa situazione parlare di sviluppo economico diventa più complicato. Il territorio dei 9 Comuni dell’Unione montana del Baldo Garda ospita infatti poco più del 3% di tutte le aziende della provincia. Questo a fronte di una superficie di oltre 330 chilometri quadrati, contro i circa 200 del comune di Verona”.
A pesare non è solo la posizione geografica, che aumenta i costi e diminuisce i margini, ma anche le carenze infrastrutturali: “Mancano, ad esempio, allacciamenti idrici ed elettrici alle malghe, mentre la connessione Internet non è ancora arrivata a 2 Megabyte di velocità”.
Le soluzioni: uno sguardo nuovo sul territorio
Sfide, quindi, che richiamano quelle di tante altre zone montane e aree interne del Paese. Da dove cominciare? Sicuramente accorgersi del bicchiere mezzo pieno aiuta. Quali sono le caratteristiche che rendono unico questo territorio? Ci sono asset che possiamo sfruttare meglio? SC.RI.G.N.O. è partito da “quel che c’era già”, dalle risorse presenti, ma forse sopite, che chiedevano di essere nuovamente valorizzate.
“Il nostro progetto ruota attorno a una struttura d’eccellenza che da decenni distingue quest’area: il Parco naturalistico scientifico, composto da un orto botanico, un museo e un osservatorio astronomico. Dopo anni di scarsa valorizzazione, abbiamo intravisto la possibilità di rilanciare questo luogo per renderlo il cuore pulsante di un più ampio progetto di rinascita. Il sogno è trasformarlo in un punto di riferimento non solo per la tutela della natura, ma anche per lo sviluppo economico e l’educazione ambientale. E qui c’è anche un prezioso rifugio, che offre ottimi piatti e camere comode per il pernottamento.”
“Abbiamo intravisto la possibilità di rilanciare questo luogo per renderlo il cuore pulsante di un più ampio progetto di rinascita. Il sogno è trasformarlo in un punto di riferimento per il territorio”
La rigenerazione del museo e dell’orto botanico
Il progetto ha preso le mosse dal riallestimento degli spazi espositivi. Le vecchie teche in legno del precedente edificio hanno lasciato il posto al nuovissimo Museo della Biodiversità (intitolato al celebre naturalista veronese Francesco Calzolari) che ha aperto ufficialmente i battenti il 20 aprile 2024. Grazie al lavoro dei curatori Roberto Solieri e Carlo Saletti, tecnologie all’avanguardia e dispositivi interattivi guidano i partecipanti in un viaggio alla scoperta dei suoni, dei colori e dei profumi dello straordinario patrimonio naturalistico del Baldo.
È inoltre iniziata la rigenerazione dell’orto botanico di 20mila metri quadri, nato da un vecchio vivaio forestale, per conservare le numerose specie vegetali del territorio e diretto dal professore Daniele Zanini. Ora il percorso espositivo si muove armonicamente tra ambienti interni ed esterni, passando dagli strumenti tech ai sentieri che attraversano l’area all’aperto. Il progetto prevede poi la valorizzazione dell’osservatorio – affidato in gestione al Circolo astrofili veronesi – attraverso l’acquisto di nuove apparecchiature.
Nuove opportunità economiche
Attorno alla rigenerazione di questo polo, il progetto mira a rilanciare lo sviluppo economico di tutto il territorio: “Dobbiamo imparare a vedere il patrimonio qui conservato come un’opportunità in grado di dare nuovo impulso alla crescita”.
È un processo che, in parte, è già in atto: a partire dagli anni 2000 la comunità civile e imprenditoriale si è infatti ritagliata un ruolo sempre più attivo, che ha portato alla nascita di diverse associazioni come BaldoFestival, Marchio del Baldo e Monte Baldo Patrimonio dell’Umanità.
“Con SC.RI.G.N.O. vogliamo assecondare questo risveglio locale, stimolando gli enti a collaborare e a fare rete per raggiungere obiettivi condivisi”. Oltre a Marchio del Baldo e Monte Baldo Patrimonio dell’Umanità, la partnership include Fondazione Edulife, T2i trasferimento tecnologico e innovazione, Unione montana del Baldo Garda e Verona Fablab.
Da questo network così eterogeno stanno nascendo iniziative innovative e nuove opportunità di sviluppo: si va dai percorsi di formazione per imprenditori (o aspiranti tali) agli eventi rivolti a stakeholder e decisori pubblici sullo sviluppo locale, fino agli appuntamenti che valorizzano la produzione di beni e servizi “Made in Baldo” (con visite alle imprese, degustazioni, mercatini, ecc.).
L’educazione alla sostenibilità
Il terzo e ultimo obiettivo di SC.RI.G.N.O. è creare una nuova consapevolezza del patrimonio naturalistico, puntando sull’educazione alla sostenibilità soprattutto tra i giovani.
“Il nostro desiderio è ispirare una nuova generazione di custodi della natura. Grazie al progetto, le strutture del parco si stanno trasformando in luoghi di formazione e apprendimento, di dialogo e di condivisione, con il coinvolgimento di scuole e cittadini. Sono ad esempio in programma 60 escursioni aperte a tutti e 12 laboratori esperienziali e ludici per bambini”.
Vengono inoltre organizzate settimane intensive e summer school residenziali con laboratori di tecnologia e artigianato digitale, durante le quali i ragazzi costruiscono strumentazioni utili per il parco. Un mix esplosivo di natura, nuovi linguaggi e tecnologia in grado di attrarre i giovani, che possono così riscoprire le ricchezze del territorio del Baldo.
“Vogliamo stimolare i giovani, i cittadini, gli imprenditori, gli amministratori a diventare protagonisti del cambiamento, invitandoli a ripensare e a ridisegnare insieme il futuro del nostro territorio”
Il futuro non è già scritto
“Il nostro sogno è stimolare i giovani, i cittadini, gli imprenditori, gli amministratori a diventare protagonisti del cambiamento, invitandoli a ripensare e a ridisegnare insieme il futuro del territorio in cui hanno scelto di vivere e lavorare, per renderlo sempre più attrattivo. Il Parco naturalistico e scientifico vuole diventare il fulcro di un percorso di rinascita che è già in atto.
“Sta diventando una palestra di collaborazione e partecipazione aperta a tutti gli attori locali. Un luogo in cui risorse naturali, educazione ambientale e opportunità economiche si incontrano per costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile”. Un progetto che punta quindi a riscrivere il destino di un’area montana marginale… che, come dimostrano i fatti, non è già segnato.
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