Il nuovo bando mette a disposizione 2 milioni di euro per sostenere progetti educativi rivolti a bambini e ragazzi tra i 6 e i 18 anni, abbattendo barriere economiche, sociali e culturali e valorizzando il ruolo di educatori, tutor e allenatori

Sport e cultura non sono semplici attività del tempo libero: sono strumenti potenti di riscatto, crescita e partecipazione. Possono unire dove ci sono fratture, generare fiducia dove c’è insicurezza, costruire occasioni di futuro proprio dove sembrano mancare.
È da questa convinzione che nasce il nuovo bando Sport e Cultura per includere, promosso da Fondazione Cariverona, che mette a disposizione 2 milioni di euro per sostenere iniziative dedicate a bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, con un’attenzione particolare a chi cresce in contesti vulnerabili sul piano economico, sociale o culturale.
“Il bando cerca progetti in grado di attivare energie, creare relazioni e rafforzare competenze, aprendo nuovi spazi di opportunità”
L’obiettivo dell’iniziativa è chiaro e ambizioso: contrastare la povertà educativa minorile non con interventi assistenziali, ma con progetti capaci di attivare energie, creare relazioni, rafforzare competenze e aprire spazi di opportunità.
È una chiamata all’azione rivolta a enti pubblici e realtà non profit che operano nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Ancona e Mantova.
Le proposte dovranno avere una durata massima di 24 mesi, con un contributo richiedibile fino a 50mila euro e un cofinanziamento minimo del 20%. Le candidature vanno presentate online entro le ore 13 del 20 giugno 2025.
Giordano: “Il vero sviluppo parte sempre dalle persone”
“Crediamo in uno sviluppo che parte dalle persone, prima ancora che dalle risorse. Quando lo sport e la cultura entrano nella vita dei giovani, qualcosa si mette in moto: si aprono nuovi orizzonti di espressione, si costruiscono legami, si scoprono talenti”, sottolinea Bruno Giordano, presidente di Fondazione Cariverona.
“Un bambino che prende confidenza con sé stesso, un’adolescente che si sente parte di una squadra, una comunità che ritrova fiducia: sono questi i veri motori del cambiamento. Con questo bando vogliamo sostenere chi lavora ogni giorno nei territori per rendere tutto ciò possibile”.

Le sfide del bando: abbattere le barriere e valorizzare gli educatori
Due sono le grandi sfide che guidano la visione del bando. La prima è abbattere le barriere – economiche, sociali, culturali – che ancora oggi impediscono a troppi bambini e ragazzi di accedere ad attività educative, culturali e sportive: spazi dove si cresce, si sperimenta, si costruisce autostima.
La seconda è valorizzare il ruolo di chi accompagna i giovani in questi percorsi – educatori, tutor, allenatori – riconoscendoli come figure centrali per trasformare ogni esperienza in un’occasione di crescita, relazione, autonomia.
Si cercano quindi progetti che sappiano andare oltre l’ordinario, che sperimentino nuove forme di coinvolgimento, che attivino energie nei territori e costruiscano alleanze solide e durature con le comunità locali.
Povertà educativa: quando le disuguaglianze diventano destini
La povertà educativa rappresenta una delle sfide più profonde e meno visibili del nostro tempo, poiché incide direttamente sulle opportunità di crescita e sul futuro dei minori. Si manifesta in diverse forme ed è strettamente intrecciata con la povertà economica e con le condizioni familiari di partenza.
“Non vogliamo solo sostenere progetti, vogliamo dare impulso al cambiamento. Le comunità che offrono spazio ai giovani sono quelle che hanno il coraggio di guardare avanti”
Nel 2023, circa il 14% dei minori fino ai 17 anni viveva in condizioni di povertà assoluta, mentre il 23% rientrava nella povertà relativa. Si tratta di numeri che raccontano una realtà in cui le disuguaglianze rischiano di diventare destini.
Restituire possibilità, attivare desideri, costruire cittadinanza
“Non vogliamo solo sostenere progetti, vogliamo dare impulso al cambiamento. Le comunità che offrono spazio ai giovani sono quelle che hanno il coraggio di guardare avanti”.
“Questo bando è un invito a mettersi in gioco, a fare rete, a costruire un impatto che resta. Chi partecipa non porta solo un’idea: porta un impegno, una visione, un atto di fiducia nel potenziale delle persone. È così che possiamo dare realmente forma al futuro”, conclude Giordano.
Educare attraverso lo sport e la cultura oggi è un atto di giustizia sociale. Un gesto concreto: significa restituire possibilità, attivare desideri, costruire cittadinanza, insieme.