Il Consiglio generale approva il documento di programmazione annuale 2025 con un incremento del 20% delle risorse disponibili sull’anno precedente, per un totale di 90 milioni di euro nel triennio 2023-2025 rispetto ai 60 previsti
Circa 30 milioni di euro a disposizione dei territori per continuare a immaginare e costruire insieme un nuovo futuro. È stato presentato oggi, nella sede di via Achille Forti, il Documento di programmazione annuale 2025 (DPA) firmato da Fondazione Cariverona.
Il piano, illustrato dal presidente Bruno Giordano e dal direttore generale Filippo Manfredi, traccia una rotta chiara e ambiziosa per lo sviluppo sostenibile delle province di Verona, Vicenza, Belluno, Ancona e Mantova. In continuità con i precedenti indirizzi, ruota attorno a tre obiettivi strategici: tutela dell’ambiente, opportunità per i giovani, innovazione sociale.
“In questo momento di forte incertezza, abbiamo il dovere di lavorare insieme per rilanciare una visione coraggiosa e condivisa di futuro, fondata sulla sostenibilità ambientale, sulla valorizzazione dei giovani e sull’innovazione sociale”, commenta Giordano.
“Da questo documento emerge un programma solido, che vuole misurarsi con le grandi sfide del nostro tempo, dalla transizione energetica all’attrattività dei territori, trasformando bisogni e limiti in nuove opportunità di crescita, per noi e per il Pianeta”.
“In un momento di forte incertezza, abbiamo il dovere di lavorare insieme per rilanciare una visione coraggiosa e condivisa di sviluppo, che sappia misurarsi con le grandi sfide del nostro tempo”
Un triennio oltre le previsioni
Rispetto al 2024 le risorse sono così passate da 25 a 30 milioni di euro (+20%). È l’ultimo tassello della più ampia programmazione pluriennale 2023-2025 che, nell’arco di tre anni, ha messo a disposizione circa 90 milioni di euro, una cifra superiore rispetto a quella inizialmente prevista di 60 milioni.
“I numeri testimoniano il grande lavoro svolto in questi anni”, aggiunge Manfredi. “Il maggior valore degli attivi – arrivato nel settembre 2024 a 2,3 miliardi – unito a una redditività più alta, ci ha portato ad aumentare considerevolmente le erogazioni“.
Un’attenta politica di diversificazione ci ha permesso, e ci permetterà, di stabilizzare e accrescere il patrimonio, i ricavi e le potenziali erogazioni. Questa gestione proattiva ci consente di programmare la nostra azione anche per il medio-lungo periodo”.
Ambiente: capitale naturale, educazione e transizione energetica
Al primo obiettivo strategico del DPA 2025, legato alla tutela dell’ambiente, sono destinati 6,5 milioni di euro (+25% rispetto al 2024). La sfida principale rimane la lotta al cambiamento climatico, le cui conseguenze hanno un impatto diretto anche a livello locale, portata avanti attraverso il rilancio del capitale naturale (tutela della biodiversità, gestione delle risorse idriche, nuove aree verdi urbane ed extraurbane, ecc.), l’educazione alla sostenibilità e l’ulteriore sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili avviate nel 2023.
Capitale umano: giovani e innovazione
Il secondo obiettivo strategico (8,4 milioni di euro, +25%) mette a fuoco il tema del protagonismo giovanile in un momento particolarmente delicato per le nuove generazioni. Di fronte al calo demografico, al disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e alla fuga di talenti all’estero, la Fondazione punta a sostenere iniziative (anche sperimentali) per potenziare l’orientamento, le opportunità di formazione, la costruzione di nuovi ponti tra scuola e imprese e l’ascolto strutturato dei giovani.
“Vogliamo costruire percorsi di sviluppo condivisi, fondati sull’analisi dei bisogni, sulla partecipazione, sulla crescita delle competenze. Lavoreremo quindi per favorire la collaborazione tra pubblico e privato, tra profit e non-profit, tra terzo settore e imprese”
Parte delle risorse viene inoltre indirizzata al sostegno alla ricerca scientifica, all’istruzione universitaria e all’innovazione collaborativa, attraverso il coinvolgimento di startup, imprese sociali, enti del terzo settore e aziende.
Innovazione sociale: lavoro, sport e cultura per l’inclusione
Il terzo obiettivo strategico riguarda l’innovazione sociale (7,6 milioni di euro, +29%) e, per il 2025, si concentra sul tema dell’inclusione sociale, considerata un cardine imprescindibile per costruire comunità non solo più giuste e coese, ma anche in grado di cogliere nuove opportunità di crescita attraverso la costruzione di alleanze tra mondo profit e non-profit.
I destinatari degli interventi saranno prevalentemente persone in situazioni di disagio e di fragilità che verranno accompagnate in percorsi di reinserimento attraverso una serie di strumenti originali, dallo sport alle attività lavorative, fino alla cultura.
Cultura: anima dei territori, motore del cambiamento
E ai tre obiettivi strategici del DPA 2025 si affianca proprio il sostegno alla cultura che nel 2025 cresce di oltre il 60%, passando da 2,1 a 3,4 milioni di euro. I contributi sono indirizzati non solo a iniziative organizzate direttamente dalla Fondazione, ma anche al Teatro Ristori e alle fondazioni lirico-teatrali, considerate partner essenziali per lo sviluppo dei territori e per il rilancio della coesione sociale.
“La cultura, in tutte le sue forme, è l’anima che muove le nostre comunità. Questo potente motore di innovazione ci aiuta a immaginare il mondo come vorremmo che fosse”, sottolinea Giordano. “Con il nostro impegno, desideriamo quindi promuovere iniziative, rassegne e programmi che stimolino la riflessione sulle soluzioni ai problemi di oggi e spingano all’azione per un futuro più sostenibile”.
“Desideriamo promuovere iniziative, rassegne e programmi che stimolino la riflessione sulle soluzioni ai problemi di oggi e spingano all’azione per un futuro più sostenibile”
Non solo risorse economiche
Lo sforzo per il DPA 2025 sarà rilanciato con il documento 2026-2028, che verrà elaborato l’anno prossimo, in dialogo con i territori. “Il nostro ruolo, però, non è solo quello di erogare risorse”, precisa Manfredi.
“Vogliamo costruire percorsi di sviluppo condivisi, fondati sull’analisi dei bisogni, sulla partecipazione, sulla crescita delle competenze. Lavoreremo quindi per favorire la collaborazione tra pubblico e privato, tra profit e non-profit, tra terzo settore e imprese, perché siamo convinti che solo insieme possiamo rilanciare una cultura della sostenibilità e dell’innovazione all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte”.