Il 5 e 6 maggio Fondazione Cariverona ospita esperti, cittadini e studenti per riflettere sul patrimonio dei graffiti strappati dagli ex Magazzini Generali: due giornate per raccontare una storia urbana viva e pulsante tra writing, memoria e nuove visioni digitali

Câè un passato che pulsa ancora sotto gli intonaci. Ă fatto di firme colorate, lettere esplosive, segni nati di notte sui muri dimenticati. Ă il passato del writing veronese, quella forma di arte urbana ribelle e vitale che ha attraversato la cittĂ dagli anni Ottanta ai Duemila lasciando tracce indelebili â oggi finalmente al centro di un grande progetto di valorizzazione, memoria e sperimentazione contemporanea.
Il 5 e 6 maggio, nella sede di Fondazione Cariverona (via A. Forti 3A, Verona), si terrĂ il convegno nazionale Graffitismo e street art: gestione e valorizzazione del patrimonio strappato o staccato, cuore pulsante della terza edizione del programma Visual Art Collection Management and Curating, coordinato da Urbs Picta.
“I graffiti strappati dagli ex Magazzini Generali tornano a parlare alla cittĂ , trasformandosi da tracce effimere a patrimonio culturale condiviso”
Lâevento gratuito – in programma dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 17 – è aperto a tutti, non solo esperti e appassionati, ma anche studenti e cittadini. Un incontro interattivo e trasversale, che unisce sguardi diversi sul valore dellâarte urbana come memoria viva: dalla ricerca alla conservazione, dalla curatela alle nuove tecnologie, in dialogo con esperienze dallâItalia e dallâestero.
Il convegno si inserisce cosĂŹ allâinterno del progetto Graffiti Strappati e Street Art a Verona: un percorso di studio e valorizzazione. Unâiniziativa piĂš ampia che, oltre agli incontri pubblici, prevede attivitĂ formative e laboratoriali con studenti universitari e accademici, per esplorare nuove modalitĂ di conservazione e rilettura di queste forme di arte, tra pratiche curatoriali e strumenti digitali.

L’anima creativa di una generazione cresciuta con la cultura hip hop
Al centro del convegno, la straordinaria vicenda dei graffiti strappati dagli ex Magazzini Generali, un patrimonio unico custodito da Fondazione Cariverona. Realizzati tra il 1984 e il 2014 da artisti della scena Hip Hop locale, questi lavori rappresentano lâanima creativa di una generazione cresciuta allâombra della controcultura. In unâepoca di trasformazioni urbane e sociali, quei muri parlavano di appartenenza, di rivendicazione, di bellezza marginale.
Grazie a un intervento pionieristico di âstrappoâ e conservazione, realizzato dalla Fondazione nel 2008 in collaborazione con la ditta Decorart, oggi quelle opere possono vivere una nuova stagione: oggetto di studio, curatela e, soprattutto, di narrazione collettiva.
Un patrimonio fragile, ma potentissimo, che torna alla cittĂ grazie allâimpegno congiunto non solo della Fondazione e di Urbs Picta, ma anche dellâUniversitĂ degli Studi di Verona, lâABAV â Accademia di Belle Arti di Verona, lo IUSVE e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
“Un convegno aperto a tutti per riflettere sul valore dellâarte urbana, tra memoria, restauro, innovazione e nuove pratiche di valorizzazione”
Due giorni tra arte, restauro e futuro
Il convegno sarĂ lâoccasione per fare il punto â a livello locale, nazionale e internazionale â sul tema della conservazione della street art e dellâarte pubblica, coinvolgendo curatori, storici dellâarte, restauratori, artisti e istituzioni. Il programma prevede sessioni dedicate alla memoria del writing veronese, alla comparazione con esperienze internazionali, alla deontologia del restauro e alle nuove prospettive di musealizzazione.
Tra i relatori: Michele de Mori e Sebastiano Zanetti (autori del volume Verona Writers), il pioniere KayOne, Christian Omodeo (Le Grand Jeu, Parigi), Alice Cosmai (Comune di Milano), Antonella Sau (IULM), Paola Mezzadri (Istituto Centrale per il Restauro), insieme a molte altre voci che compongono oggi la mappa della ricerca e dellâattivazione culturale sul tema.

Un laboratorio per il futuro: il workshop sul videogioco
Al termine del convegno sul graffitismo e la Street Art, prenderĂ il via anche un workshop innovativo e multidisciplinare, destinato a un gruppo selezionato di studenti universitari e accademici. Il titolo è giĂ una dichiarazione dâintenti: Progettare un videogioco per la valorizzazione dei dipinti murali strappati.
Lâobiettivo? Tradurre un patrimonio fragile e invisibile in unâesperienza interattiva, accessibile, coinvolgente, attraverso il linguaggio del game design. Un ponte tra passato urbano e futuro digitale.
“Dal muro al videogioco: studenti, artisti e curatori sperimentano nuovi linguaggi per rendere accessibili e vivi i segni nascosti della cittĂ ”
Gli studenti saranno guidati da professionisti esperti in tre giornate intensive: dalla digitalizzazione 2D e 3D delle opere, alla definizione del concept narrativo e ludico, fino allo sviluppo di un primo prototipo giocabile con Unity 3D. Unâesperienza pratica e creativa, che unisce conservazione, innovazione e narrazione partecipata.
- 26 maggio: Digitalizzazione bi e tridimensionale (con Stefano Marziali)
- 30 maggio: Game Design e valorizzazione culturale (con Piero Feltrinelli e Francesco Toniolo)
- 6 giugno: Progettazione videoludica in Unity 3D (con Andrea Cailotto)
Il workshop è gratuito, a numero chiuso, ed è rivolto a studenti dellâUniversitĂ di Verona, ABAV e IUSVE. La partecipazione al convegno è obbligatoria per lâaccesso.

Una sfida culturale che nasce dai margini
Il progetto Visual Art Collection Management and Curating si conferma cosĂŹ un dispositivo culturale vivo e innovativo, capace di attivare nuove letture del territorio e della memoria urbana. I graffiti strappati dagli ex Magazzini Generali non sono solo opere da conservare: sono documenti di una comunitĂ , di unâestetica, di un tempo che ha ancora molto da dire.
In unâepoca segnata dallâeffimero e dalla produzione di massa, questo progetto ci ricorda che anche ciò che nasce ai margini – come il graffitismo e la Street Art – può (e deve) trovare spazio nel cuore del dibattito culturale. E che lâarte, anche quella piĂš irregolare, può farsi patrimonio. PerchĂŠ non câè futuro senza memoria, e non câè memoria senza ascolto.
